La casa di Lucia e Lello e dei loro due ragazzi, è un appartamento spazioso, funzionale ed accogliente della tipologia in linea monoaffaccio, che guarda ad est ed è collocato nella bellissima città di Trani.
Oggi si presenta composto da una camera da letto con bagno in camera, cabina armadio e ripostiglio, una grande zona giorno con living e cucina, una lavanderia, un bagno ospiti, la camera per la figlia, la camera per il figlio e un ripostiglio.
Quando l’architetto Ester Altomare, co-fondatrice, insieme all’architetto Silvano Rizzi, dello studio Ufficina di ARchitettura di Barletta, si è approcciata al progetto, la peculiarità dell’appartamento era la presenza di un lunghissimo corridoio collocato sul lato cieco e la netta separazione tra cucina e soggiorno; era presente un corridoio connettivo molto grande, estremamente vissuto, ma in una zona buia della casa. La casa non era dotata di uno spazio di servizio e i ragazzi erano costretti a dividere un’enorme camera doppia; in sostanza, la distribuzione funzionale iniziale era molto dispersiva e non ottimizzava gli spazi.
Gli obbiettivi della committenza erano chiari: trovare il modo di ridurre il corridoio e integrare la zona della cucina al soggiorno così da creare uno spazio dove la famiglia potesse vivere insieme la casa.
Da queste richieste nasce l’idea della progettista di spostare il corridoio, al centro, e trasformare così la zona che prima era occupata dal precedente corridoio in spazio, cieco, per i servizi quali bagni, lavanderia e ripostiglio e collocare le stanze su entrambi i lati;si è ottenuto, così, un corridoio più stretto che funge solo da passaggio, non lasciando più al caso la possibilità che uno spazio buio possa essere arredato e vissuto in qualche modo e facendo sì che vengano utilizzati nella giusta maniera gli spazi destinati ad essere vissuti.
In questo modo, la vivibilità della casa è migliorata moltissimo soprattutto in funzione della luce; la precedente camera doppia dei ragazzi ora è diventata la camera da letto con la cabina armadio; il precedente bagno è stato allargato ed è diventato una cameretta; in questo modo i due figli adolescenti, di sesso diverso, possono finalmente vivere la casa in funzione delle proprie e differenti esigenze.
La famiglia che abita questa casa è una famiglia allegra, energica e dinamica, che vive lo spazio della cucina in tempi strettissimi dettati dalle necessità di tutti i componenti; il pranzo, in particolare, è un momento veloce per ricaricarsi ma soprattutto è il momento in cui si sta tutti insieme; è il collante della giornata per la famiglia!
Nella nuova casa, la zona cucina/pranzo doveva rappresentare tutto questo e la decisione di coinvolgere Lady Cucine per progettare insieme all’architetto la grande cucina con isola centrale ha prodotto i suoi frutti; appena entra, l’ospite viene accolto in casa nel migliore dei modi; la cucina è non solo l’elemento filtro tra la zona giorno e zona notte ma diventa anche lo spazio della casa dove la nuova famiglia e i propri amici reimparano a muoversi.
La conformazione degli arredi e le scelte progettuali disegnano una quinta alla zona giorno, in legno laccato bianco inserita in una cornice identica al parquet; il top dell’isola in precomposto colore taupe, con i suoi sbalzi, che avvolge lo spazio circostante e invita alla convivialità intorno alla zona preparazione, racconta del rapporto osmotico tra zona relax e cucina: chi vuole può accomodarsi sul divano oppure può partecipare attivamente alla preparazione dei piatti, può stare vicino alla mamma a leggere un libro mentre prepara il pranzo domenicale o può sorseggiare un bicchiere di vino mentre i padroni di casa impiattano un aperitivo.
La grande quinta laccata con maniglie incassate in legno rovere, tinte a campione esattamente come il parquet creando un forte contrasto, accoglie il frigo, la colonna con i forni e numerose dispense; inoltre integra un passaggio per accedere alla zona notte con ante a filo dotate di cerniere a scomparsa Koblenz che si contraddistinguono per la loro ergonomia e resistenza all’usura.
La cornice di legno, ci racconta l’architetto, è l’espediente estetico per nascondere i millimetri derivanti dalle diverse quote e pendenze che c’erano sul massetto esistente; in questo modo non si crea una nicchia in cui è inserito il “mobile cucina”, con il conseguente rischio di avere dei vuoti all’interno, ma le colonne della cucina vengono posizionate su una cornice in legno identico al parquet che annulla le millimetriche differenze.
La grande isola, invece, è attrezzata con lavello a vasca unica in acciaio sotto top e piano cottura ad induzione.
Il risultato finale è mozzafiato! L’obbiettivo dello studio Ufficina di ARchitetturaè quello di ascoltare le necessità e di accompagnare i clienti nelle scelte sempre senza imporre il proprio gusto; il cliente si orienta sulla base di alcune proposte e poi l’architetto lo accompagna nelle decisioni, negli abbinamenti; in questo caso clienti molto motivati, intesa perfetta, fiducia totale, hanno permesso di eseguire i lavori in tempi record rispettando le necessità della famiglia e prendendo tutte le decisioni prima dell’avvio del cantiere. Quando c’è intesa il progetto va spedito e il risultato è differente.
Anche i figli, oggi, sono contentissimi della nuova casa; Federica, la figlia, inizialmente non vedeva di buon occhio l’idea di fare i lavori, seppur soffriva per la condivisione dei suoi spazi con il fratellino; ora è felicissima di avere uno spazio tutto suo, di poter ospitare a dormire le amiche e di poter svolgere i progetti di gruppo assegnati dalla scuola invitando i suoi amici a studiare a casa. Da quando la casa ha questa nuova veste, ognuno dei componenti della famiglia può fare quello che vuole, ha i suoi spazi. La nuova cucina le piace tantissimo, la fa sentire come in un film americano, le da l’idea di una vita molto dinamica, poco monotona e quindi le appartiene molto.
In sintesi questo è il racconto di una casa che ha il sapore di famiglia, di crescita, di affetto e del voler stare insieme, nella logica dell’amore e del rispetto per gli spazi dell’altro.
Arch. Marima De Pace
Foto: Pierangelo Laterza, www.pierangelolaterza.com